NFT

Cosa sono in parole semplici

NFT è l’acronimo di Non-Fungible Token, in italiano attestato non fungibile (cioè non scambiabile). Perché gli NFT sono così innovativi e importanti? Perché dotare un bene di NFT significa fornirgli un certificato univoco di autenticità e chi lo acquista diventa il possessore ufficiale di quel bene.

Ma come funziona questo sistema?

Quando acquisti un bene legato a un NFT, una sequenza di informazioni digitali viene scritta in una blockchain, una sorta di registro decentralizzato (cosa importantissima, poi ti spiego perché), a certificare l’autenticità di ciò che hai acquistato e il tuo diritto di possederlo.

Un registro decentralizzato è un archivio di informazioni condiviso, sincronizzato in rete, che NON ha un’architettura centralizzata, quindi non è controllabile (modificabile) da singole persone. Da qui la sua importanza nell’assicurare l’inalterabilità di ciò che vi è conservato. Inoltre una blockchain come quella basata su Ethereum (la valuta digitale che utilizzo anche io per i miei NFT) è pubblica, cioè consultabile liberamente per assicurare trasparenza e tracciabilità alle operazioni effettuate.

Per effettuare le transazioni, vengono creati degli smart contracts (contratti intelligenti) personalizzabili, in cui possono essere inserite tutte le informazioni necessarie e la modalità di fruizione dei beni, eventuali royalties (importanti per gli artisti, che finalmente vedono riconosciuti i diritti d’autore), addirittura rewards (ricompense secondarie all’acquisto).

Nel mondo dell’arte, l’introduzione degli NFT sta segnando una svolta epocale: abbiamo sempre avuto a che fare con problemi legati alle certificazioni di autenticità e di proprietà, dotare un’opera di NFT significa legarla a un certificato digitale che l’accompagnerà per sempre, anche nei vari passaggi di mano che saranno scritti nella blockchain.

Non solo: per operare nella compravendita di NFT non sono necessari intermediari, quindi c’è un notevole risparmio di tempo e denaro, oltre che un controllo diretto sulle transazioni.

Probabilmente per qualcuno si tratta di un mondo oscuro, ma ti assicuro che presto avremo a che fare con questa tecnologia nella quotidianità. Già molte aziende ne stanno introducendo l’utilizzo, proprio per gli indubbi vantaggi che offre. Immagina di semplificare le procedure per un contratto di qualsiasi tipo, che non sarà più falsificabile e soggetto a frodi: non ti sembra un passo avanti?

Ti faccio qualche esempio di utilizzo:

  • Conosci William Shatner, il famoso Capitano Kirk di Star Trek? Ebbene nel 2020 ha rilasciato un serie di cimeli personali legati a NFT: ne ha venduti 125.000 in 9 minuti. I fan si sono ritrovati oggetti dotati di certificati attestanti autenticità e proprietà, quindi diritti acquisiti e incontestabili. Se poi un domani vorranno rivenderli, sarà per loro molto facile dimostrare il valore di ciò che possiedono.
  • Un altro esempio di utilizzo degli NFT è la gestione immobiliare da parte dell’HMLR, il catasto inglese: in questo caso gli NFT sono stati utilizzati per rappresentare e certificare i diritti di proprietà relativi ai beni trasferiti tra gli utenti.
  • Alfa Romeo ha deciso di associare NFT al modello Tonale: attraverso il proprio certificato, il cliente può accedere ai dati storici del veicolo, come tagliando e controlli. Da qui si potrebbero generare nuovi sviluppi, magari utilizzando gli NFT come vero e proprio certificato di proprietà.
  • SIAE ha intuito l’importanza degli NFT per quanto riguarda la gestione, finora molto complicata, dei diritti d’autore, scegliendo questo nuovo strumento per semplificare la procedura di assegnazione e pagamento dei diritti ai propri assistiti.
  • Un ultimo esempio: immagina di basare su blockchain i rapporti tra cittadini e Pubblica Amministrazione. Sarebbe tutto meno farraginoso, non solo in termini di semplificazione burocratica per l’ottimizzazione e l’automatizzazione dei processi, quindi con riduzione di costi e tempi, ma anche perché si otterrebbe un significativo miglioramento dei livelli di trasparenza, sicurezza, affidabilità e accessibilità dei servizi, con conseguente incremento di fiducia.

Penso che ormai sia chiaro che non possiamo rifiutare il futuro e, pur con cautela e dubbi, dobbiamo accettare di andare avanti e utilizzare le nuove opportunità che ci vengono fornite.

Uno dei timori più diffusi è legato al tipo di valuta utilizzata nel mercato degli NFT. Nel nostro immaginario le criptovalute sono sinonimo di speculazioni, perché soprattutto inizialmente, con l’avvento dei Bitcoin, queste valute sono state terreno fertile per gli speculatori.

Mi preme però sottolineare come gli speculatori imparano ad utilizzare via via gli strumenti che si presentano loro: probabilmente nessun tipo di bene ne è immune.

Per quanto riguarda le valute digitali utilizzate nel mercato degli art NFT, la più nota e usata è l’Ethereum. Come le valute fisiche, il valore cambia continuamente in base agli scambi che, in questo caso, sono rapidi così come rapide sono le oscillazioni del valore stesso. E’ normale, non deve spaventare.

Per utilizzare l’Eth (abbreviazione di Ethereum), bisogna semplicemente scambiarlo con la nostra moneta: per farlo ci sono portafogli digitali, i cosiddetti wallets, che consentono l’acquisto della criptovaluta e la rendono disponibile per la compravendita di NFT nelle piattaforme dedicate. Se poi si decide di cambiarla nuovamente in euro, basterà fare l’operazione inversa.

E’ tutto molto più semplice di quanto possa apparire a chi non ha familiarità con questo mondo e non bisogna spaventarsi, piuttosto avere un approccio aperto alle novità, anche perché – come ho già detto – quello che adesso sembra marziano, presto diventerà quotidiano.

Spero di averti fatto un quadro chiaro, sicuramente solo accennato e da approfondire, di ciò che abbiamo “tra le mani”: un nuovo modo di scambiare servizi e pagamenti e, soprattutto, di certificarli inequivocabilmente.

Per qualsiasi domanda, sono qui. 😊